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Affondati. "Il Granata Mezzo Vuoto" XI

Toro Goal presenta "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto". Alessandro Iurino e Tommaso Freni vi accompagneranno nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da due prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Vuoto.

Non ci voglio girare attorno: con la gara di ieri abbiamo toccato il fondo. Una squadra impresentabile, assente, senz'anima, senza coraggio, senza personalità, senza NULLA. Ovviamente è sottinteso che Belotti sia completamente escluso dai discorsi che seguiranno, ma ci tengo a precisarlo prima di essere frainteso. Anzi, rivolgendomi direttamente al nostro Capitano, consiglio: prima che per la tua carriera sia troppo tardi, SCAPPA. Non ti meritiamo. Parlo al plurale perché oggi ce n'é anche per noi tifosi: siamo tutti responsabili della situazione attuale e dello scempio a cui abbiamo assistito ieri sera.

Dopo un po' di settimane, oggi torno ad analizzare gli aspetti negativi con ordine, ma c'è un motivo preciso: voglio giungere a una conclusione, probabilmente spietata, che sintetizzi efficacemente lo stato attuale del Toro. Dunque, buona lettura.


1. LA CONTESTAZIONE

Andiamo in ordine cronologico. La settimana granata è iniziata con il terremoto del caso Segre, per poi proseguire con una contestazione che ha coinvolto anche gli uomini di Giampaolo. C'è stato un inaspettato faccia a faccia tra tifosi e giocatori, staff e parte della dirigenza granata. I toni sono stati decisamente accesi, ma soprattutto confusi: la sensazione è che non sia stato preparato un discorso preciso da fare alla squadra, ma abbiano parlato diverse persone senza un vero ordine, lamentandosi del rendimento deludente e dell'atteggiamento di alcuni giocatori.

Tralasciando il fatto che siamo nel mezzo di una pandemia globale (era seriamente necessario spendere il giorno dell'Immacolata per fare un assembramento di 300 persone in una città in zona arancione? Lascio a voi la risposta: preferisco non dilungarmi in questo discorso), non riesco a trovare un senso logico a quanto è successo martedì. Sono stati sbagliati completamente i tempi, i toni e le modalità.

Perché fare tutto questo dopo un Derby che, seppur perso (che novità), era stato giocato egregiamente per 75 minuti? Perché invocare l'uscita della squadra per un confronto faccia a faccia se non c'è un portavoce con un discorso pronto e quantomeno sensato, da pronunciare, magari, con toni civili? Perché minacciare i giocatori di "andare a prenderli sotto casa"? Perché prendere di mira una squadra che ha già più volte mostrato una gravissima fragilità? Cosa si pensa di ottenere o di migliorare?

Io non sono assolutamente soddisfatto del rendimento granata, ma andare a destabilizzare un gruppo, che, nonostante tutto, stava cercando di dare il massimo per lasciarsi alle spalle gli strascichi della stagione precedente, non mi sembra esattamente il metodo migliore per invertire la tendenza. Anzi, ha l'effetto esattamente opposto: il primo tempo della gara con l'Udinese è frutto di tutte le insicurezze nuovamente tornate a galla. Giocatori professionisti, giovani o esperti che siano, che hanno paura a stoppare un pallone e a passarlo a un compagno. Questo è ciò che abbiamo ottenuto.

E con questo non voglio assolutamente dire che le colpe della stagione granata siano dei tifosi che contestano. Le insoddisfazioni sono pienamente giustificate e condivisibili, ma dovremmo essere consci dello status mentale in cui si trova questa squadra da almeno un anno. E soprattutto dovremmo capire che sono cambiati giocatori, allenatori, direttori, mentre un solo personaggio è rimasto, e insieme a lui i problemi di questo club.

Quindi, invece di contestare ogni anno allenatori e giocatori differenti, perché non realizziamo che il responsabile è sempre principalmente chi li sceglie da 15 anni? Non lo capirò mai, ma sta di fatto che ora la fiducia della squadra nei propri mezzi è ai minimi storici e per Giampaolo sarà difficilissimo trovare una soluzione. Ma probabilmente nemmeno Mourinho o Guardiola ne sarebbero in grado.


2. I SORRISI

Ho citato nelle righe precedenti il caso Segre. Non mi sono espresso immediatamente, perché volevo arrivare a questo punto del discorso prima di approfondire la questione.

È indubbio che Segre abbia commesso un errore, ma è altrettanto indubbio che parliamo di un ragazzo che, nonostante la giovane età, prima di questo episodio veniva costantemente elogiato da allenatore, dirigenza e tifosi per l'impegno, la dedizione e anche lo spirito granata che metteva in tutti gli allenamenti e in tutte le occasioni in cui veniva chiamato in causa. Il giocatore è pienamente conscio dell'errore commesso, quindi spero che riesca a riscattarsi sul campo per cancellare questo episodio infelice.

Ho parlato di campo, perché alla fine è questo che conta nel rendimento di un giocatore. Ed è proprio sul campo che, in seguito al fischio finale, Sirigu e Izzo si sono divertiti a scherzare e sorridere con gli avversari. A differenza di Segre, la cui foto privata e contestualizzata in una vicenda familiare è diventata pubblica e decontestualizzata in una dinamica poco chiara, Sirigu e Izzo hanno fatto tutto di fronte alle telecamere, appena dopo una sconfitta inaccettabile.

A mio parere, è gravissimo vedere due leader (o apparenti tali) sorridere serenamente dopo un risultato del genere. Le espressioni di Giampaolo e Belotti (ma anche di molti altri giocatori), prima, durante e dopo la partita, sono completamente differenti, e testimoniano quanto molti elementi della rosa granata tengano sul serio alla causa, mentre altri decisamente meno.

Sono umanamente molto deluso per il rendimento e il comportamento di alcuni giocatori che fino a qualche tempo fa ritenevo fondamentali, inamovibili e soprattutto seri nello schieramento granata (specialmente Sirigu), ma questo aspetto mette in risalto l'assenza di una figura dirigenziale seria e dura, che esiga un certo tipo di atteggiamenti e comportamenti. Ritorniamo al problema sottolineato nel punto precedente. I pesci puzzano dalla testa.


Ebbene, fratelli granata, l'annunciata conclusione è che a mio parere il Toro si ritrova in un punto di non ritorno. Il momento è a dir poco tragico, e dubito che un ritiro (già sperimentato con Mazzarri) possa risollevare la squadra e aiutare a invertire la tendenza. Il mio timore è che questa stagione sia ormai compromessa, salvo rivoluzioni clamorose in rosa e società o miracoli dell'allenatore.

Non credo assolutamente che un cambio alla guida tecnica serva a qualcosa (se non a creare maggiore confusione tattica nella testa dei giocatori), né che qualche banale acquisto a gennaio possa cambiare significativamente il valore della squadra. Anzi, la priorità assoluta dovrebbe essere tagliare i rami secchi, che da troppo tempo sono ancora attaccati all'albero granata.

Sto sostanzialmente dicendo che, per me, il Toro andrà in Serie B, forse anche da ultimo in classifica. Non riesco più ad avere speranze o prospettive ottimistiche. Non esiste uno spiraglio, a parte l'incredibile rendimento del nostro Capitano, che però difficilmente sarà sufficiente per salvarsi.


Non avrei mai pensato di dirlo, ma: dopo tanti anni sto rivivendo l'incubo della retrocessione che si avvicina, cosa che non mi capitava da quando avevo 10 anni. Mai quanto oggi, spero di sbagliarmi.


Al prossimo capitolo. Sempre e solo Forza Toro.


Tommaso Freni

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