Analizziamo il sistema di gioco biancoceleste, prossimo avversario granata
Dopo il primo punto stagionale ottenuto contro il Sassuolo e il passaggio del turno di Coppa Italia contro il Lecce, per il Toro è ora di ospitare la Lazio di Simone Inzaghi. I biancocelesti hanno lottato per la vittoria dello Scudetto per gran parte della scorsa stagione, rivelandosi una squadra letale, in grado di vincere le partite - seppur con un po' di fortuna - anche negli ultimissimi minuti di gioco.
Per i granata fermi a un punto in classifica, si tratta sicuramente di un avversario temibile, nonostante le assenze di molti giocatori importanti, tra cui Luis Alberto e il grande ex Ciro Immobile.
Analizziamo, dunque, il sistema di gioco di Simone Inzaghi, tecnico ancora giovanissimo ma che con la fiducia di Lotito nel corso degli anni ha ottenuto risultati sempre in crescendo, riportando la Lazio in Champions League.
FASE OFFENSIVA
I biancocelesti da diverse stagioni si schierano con un modulo affermato e su cui l'allenatore ha lavorato a fondo per esaltare le qualità tecniche dei giocatori: il 3-5-2. L'intera manovra offensiva passa dai piedi di Luis Alberto (che però non ci sarà, il suo posto verrà rilevato da Correa o Andreas Pereira), il quale cerca spessissimo l'immediata verticalizzazione sulle punte, che successivamente aprono il gioco in favore degli esterni, sempre molto offensivi (ma Lazzari, uomo fondamentale, probabilmente mancherà). Un'altra soluzione è rappresentata dagli inserimenti alle spalle dei difensori di Milinkovic-Savic, che diventa di fatto un attaccante aggiunto, fungendo da torre per i compagni di reparto e dimostrandosi molto pericoloso sotto porta.
I giocatori laziali hanno dimostrato anche di possedere anche delle ottime doti balistiche, segnando diversi gol dalla distanza, alcuni dei quali anche al Toro (Acerbi nella passata stagione).
È chiaro che molto dipenderà dagli uomini che Inzaghi avrà effettivamente a disposizione per la partita, ma in ogni caso i biancocelesti sono una squadra in grado di colpire in ogni situazione. Il Toro dovrà necessariamente stare attento ed evitare di subire delle ripartenze letali.
FASE DIFENSIVA
Nonostante lo schieramento decisamente offensivo, con un solo mediano e un terzetto di difensori, la Lazio non ha mai subito molti gol nelle ultime stagioni. E nella maggior parte dei casi, le reti arrivano per errori individuali dei singoli giocatori (specialmente Patric e Radu) e non per errori di reparto. È indubbio che quindi Inzaghi abbia fatto un ottimo lavoro e che Strakosha si sia dimostrato un portiere all'altezza dell'alta classifica di Serie A, ma non si tratta certamente di una squadra imperforabile.
Inoltre, è probabile che, considerate le numerose assenze, i biancocelesti lascino il pallino del gioco ai granata, cercando di difendere in maniera ordinata e puntando prevalentemente sulle ripartenze. Il Toro dovrà quindi essere bravo - come successo a Reggio Emilia - ad attaccare l'area con diversi giocatori e a fraseggiare come vuole Giampaolo. In questo modo la Lazio diventa più vulnerabile.
Ebbene, non sarà una partita semplice per il Toro, ma nemmeno un impegno impossibile. Potrebbe rappresentare una grande opportunità per tornare finalmente a vincere in campionato (i tre punti mancano dalla gara col Genoa dello scorso 16 luglio). La speranza è che quantomeno il Toro non faccia dei nuovi passi indietro dopo la prestazione convincente di Reggio Emilia.
L'appuntamento è dunque a domani, nel postpartita, con le pagelle della Redazione.
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