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Due palleggi con: Marco Bucciantini


Marco Bucciantini è giornalista e opinionista in molti programmi TV e radio. È spesso ospite di Alessandro Bonan a "Sky Calcio Show" e "Calciomercato: L' Originale" su Sky Sport. Ci ha gentilmente concesso un po' del suo tempo per parlare di Toro, Giampaolo e non solo. Ecco cosa ci ha detto:


1. Come hai visto il Toro nelle prime due uscite?


L’ho visto bene nello studio e nell’ interpretazione della partita: il primo tempo con la Fiorentina è stato meglio del secondo e fino al 40’ contro l’Atalanta si è visto il miglior Torino del 2020, gli è mancata un po’ di tenuta perché tecnicamente fatica, quindi finisce per sfiancarsi inutilmente e contro il giro-palla dell’Atalanta e la tecnica della Fiorentina inevitabilmente soffre. Infatti nella seconda parte di gara entrambe hanno approfittato del calo del Torino per indirizzare la partita su binari ostili al Toro.


2. Da esterno, consideri la rosa adatta al calcio di Giampaolo?


È un po’ più adatta adesso che è finito il mercato, soprattutto se Gojak si cala in fretta nel nostro calcio e in quello di Giampaolo, il quale predilige giocatori forti nel controllo e nell’orientamento del gioco. Inoltre necessita molto dell’apporto dei due attaccanti e in questo senso Bonazzoli può convivere meglio con Belotti rispetto a Zaza. Il 9 e l’11 sono entrambi dei lottatori del fronte d’attacco, il primo è più forte del secondo, ma restano comunque attaccanti simili. L’ex Sampdoria invece è un po’ diverso: è un po’ più ordinato in campo e, soprattutto, non condividerebbe con Belotti un compito che quest’ultimo fa meglio da solo.

Molte delle sorti di questa rosa dipendono però da giocatori come Gojak, Baselli (non appena rientrerà) e soprattutto Verdi. L’ex Napoli ha davanti a sé l’ultima grande occasione in carriera per dimostrare di poter fare il trequartista in una squadra ambiziosa in Serie A, perché un allenatore più bravo di Giampaolo con i giocatori come lui non può trovarlo.

Forse non sarà la rosa perfetta per Giampaolo, ma ci sono alcuni giocatori tecnici che devono farsi valere anche in personalità.


3. Non è arrivato il regista, ruolo chiave per Giampaolo, che però a Genova ha impiegato in quel ruolo con buoni risultati anche Ekdal, pensi che Rincon possa svolgere in modo soddisfacente quei compiti?


Rincon è un giocatore di personalità, non è un regista, ma può interpretare quel ruolo. Deve mettersi in testa, come tutti i suoi compagni, di fare meno tocchi prima di passare il pallone facendolo viaggiare meglio. È questo il salto di qualità di cui ha bisogno il Torino. Inoltre Giampaolo ha bisogno di giocatori affidabili, non di gente che vive di exploit.

Tornando a Rincon, quanti registi veri ci sono nel campionato italiano? A me in questo momento, di giocatori nati per essere registi, vengono in mente solo Bennacer e pochi altri. Locatelli, attualmente uno dei più bravi, per esempio, diventa regista solo conoscendo De Zerbi. Ormai il regista puro è merce rara, Torreira è uno di questi e avrebbe fatto comodo a molti in Serie A, ma comprensibilmente ha scelto di andare a guadagnare di più in una squadra con forti ambizioni europee. Con lui sarebbe stato tutto più semplice e anche il divertimento sarebbe stato maggiore, ma molte squadre schierano un uomo che non è un vero regista davanti alla difesa. Rincon in rosa è quello che, per caratteristiche e personalità, si presta meglio a quei compiti, purché venga aiutato dalle mezzeali, che devono dominare meglio il pallone. Meité, per esempio, ha colpi notevoli, un gran fisico e una buona dose di qualità, però perde troppo spesso il pallone ed è un male. Ci sono poi altri modi nel calcio di Giampaolo per ovviare all’assenza di un regista: gli attaccanti devono fare movimenti diversi tra loro e il trequartista deve saperci dialogare. In quest’ottica, tra Verdi e Gojak, il bosniaco mi sembra più adatto a fare la mezzala di qualità, sulla falsariga di Zielinski e Praet, trequartisti trasformati in questo ruolo, anche se è da valutare bene perché viene da un campionato molto più facile di quello italiano. Non c’è dubbio però che la sua tecnica sarà molto d’aiuto a Giampaolo.


4. Come deve rapportarsi la società nei confronti di Giampaolo?


Dovrà aiutarlo. Quando si ingaggia Giampaolo si fa una scelta che definirei “di vita” e in quanto tale bisogna crederci tantissimo. Tutte le scelte di vita vanno bene se supportate a dovere. Poi io ho un debole per Giampaolo: lo considero seriamente un professore. Purtroppo gli allenatori di questo tipo fanno più fatica degli altri, perché nel calcio odierno i professori vengono ascoltati sempre meno. La società deve essere brava a ribaltare questa tendenza.


5. Come ti è sembrato Giampaolo? In difficoltà come a Milano o con la situazione sotto controllo?


A Milano, se ci pensiamo, la società gli ha dato ragione dopo averlo esonerato. Ciò che ha fatto impazzire Giampaolo è stata la rosa composta di giocatori importanti come Paquetà, Piatek e Suso che non rendono bene in un calcio prevalentemente associativo. Per questo io non mi sento di addossare troppe colpe su Giampaolo per quanto riguarda la sua esperienza in rossonero.

Spesso mi piace paragonare il calcio di Giampaolo al pozzo di San Patrizio di Orvieto: come in quest’opera architettonica la scalinata di discesa e risalita coincidono, allo stesso modo il suo calcio può far sprofondare una squadra quando i dettami non sono ben assimilati, ma proseguendo sulla stessa strada si risale e si arriva a un punto più alto di quello di partenza.


6. Cosa pensi del protocollo della Lega contro il Covid?


Col Covid abbiamo iniziato a vivere alla settimana e le vite possono cambiare radicalmente in pochi giorni, basti pensare all’uso delle mascherine all’aperto, che da oggi sono obbligatorie. Per questo credo sia difficile concepire un protocollo universale, la situazione della pandemia è in continuo mutamento. Per quanto riguarda il protocollo attuale, credo che il jolly che è stato introdotto sia un’enorme cavolata: il Genoa risulta averlo già utilizzato per rinviare la gara col Torino, ma a oggi ritiene di trovarsi nella stessa situazione per la prossima sfida con il Verona, senza però la possibilità di usufruire del jolly. Per cui il protocollo andrà rivisitato ogni volta che la realtà proporrà delle problematiche.


7. Toro e Fiorentina, squadre gemellate che hanno aperto il campionato 20/21 qualche settimana fa, cosa ti aspetti dalle loro stagioni?


Ci metto anche il Sassuolo. Queste tre sono le squadre appena sotto la zona europea, che però è molto lontana, tant’è che nelle ultime stagioni si sono aggiudicate i piazzamenti europei sempre le stesse 7 squadre (eccezion fatta per il Torino, che andò ai preliminari di Europa League per la rinuncia del Milan). Da Torino, Fiorentina e Sassuolo mi aspetto l’ambizione di voler provare a contendere i piazzamenti europei alle solite 7, dando un senso al proprio campionato ed equilibrando la Serie A. Al momento vedo il Sassuolo in vantaggio rispetto a Toro e Viola, ma credo che i granata potranno comunque dire la loro questa stagione: hanno uno dei bomber più forti del campionato e son convinto che grazie a Giampaolo tra due mesi avranno una delle difese migliori del torneo.

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