Impossibile. "Il Granata Mezzo Vuoto" XIV
- Tommaso Freni
- 24 dic 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 4 gen 2021
Toro Goal presenta "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto". Alessandro Iurino e Tommaso Freni vi accompagneranno nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da due prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Vuoto.

Ogni settimana mi chiedo come faccia a trovare la forza di scrivere un nuovo capitolo di questa rubrica. Forse questa è una delle volte in cui ho fatto più fatica. Non per mancanza di voglia o di argomenti, anzi. Ma perché, ancora una volta, tutti ci abbiamo creduto, e tutti siamo rimasti delusi, ad un passo dal trionfo. A rendere più amaro il tutto, c'è la bellezza clamorosa del gol di Insigne, un'opera d'arte calcistica, di cui i nostri sono sinceramente ben poco responsabili.
Potrei fare il solito resoconto, segnalando come i cambi possano aver influito negativamente sul risultato finale (non ne sono nemmeno tanto convinto, in realtà), ma mi parrebbe una critica ingenerosa a una squadra, che è sì ultima e ha commesso tantissimi errori finora, ma che ieri ha disputato una gara perfetta, fatta di grande sacrificio e attaccamento. È successo veramente l'impossibile, affinché il Toro non vincesse questa partita. Non sto assolutamente giustificando né la classifica né il rendimento della squadra granata, ma oggi, in chiusura di questo 2020, preferirei riflettere su quel che è stato uno degli anni peggiori della storia granata.
Un 2020 iniziato con una vittoria inaspettata a Roma, caratterizzata proprio dal sacrificio e dall'attaccamento che anche ieri si sono visti. Ma il prosieguo è stato disastroso. L'allontanamento di Mazzarri, il rischio retrocessione, l'avvento di Giampaolo e il deprimente inizio di stagione. Un anno nerissimo, pieno di sconfitte, delusioni, rimonte.
Le responsabilità principali di questa discesa verticale, cominciata con l'eliminazione ai preliminari di Europa League, sono già state illustrate in tantissimi capitoli precedenti, e non voglio ripetermi ancora.
Preferisco piuttosto sottolineare come, nonostante tutti gli errori oggettivi pesino fortemente sul bilancio finale del 2020, la sfortuna sia stata una costante fissa per la squadra granata. La partita di ieri è probabilmente l'emblema perfetto di come al Toro, sebbene le colpe principali siano ovviamente attribuibili a soggetti precisi, le cose non girino mai nel verso giusto. Citando il mio compare Alessandro Iurino dallo scorso capitolo del "Granata Mezzo Pieno": al Toro, se qualcosa può andar male, andrà male.
È stato un anno durissimo da affrontare, specialmente per la lunghissima lontananza dei tifosi dagli stadi a causa della pandemia. Molti giocatori e allenatori hanno dichiarato come sia completamente diverso giocare a calcio senza pubblico, e io stesso confesso che, nonostante sia l'autore pessimista del Mezzo Vuoto, nonostante il Toro sia ultimo in classifica, con la peggior difesa, in questo momento avrei una voglia matta di tornare allo stadio. Non solo per il desiderio comune a tutti di tornare a vivere la vita pre-pandemia, ma proprio perché vorrei incitare concretamente il mio Toro.
Sì, il mio Toro. È un Toro quasi totalmente allo sbando, privo di prospettive future, di una società attenta e intelligente, di un progetto tecnico valorizzato al meglio, di una rosa che rema interamente dalla stessa parte. Ma rimane qualcosa a cui non riesco mai a rinunciare, e che mi manca terribilmente.
Tante volte mi chiedo come sia possibile, specialmente per un ragazzo giovane come me, che non ha mai godersi il Toro negli anni migliori. Ma la risposta è semplice: è così e basta. Ogni giorno trovo una speranza a cui aggrapparmi, uno spiraglio da seguire, e nonostante si rivelino praticamente sempre delle vane illusioni, la passione non muore mai. Nemmeno dopo un anno maledetto come il 2020.
Domani mi sveglierò (si spera, sono pur sempre l'autore del Mezzo Vuoto) e magari penserò: "Dai che col Parma vinciamo e svoltiamo". Dopodomani invece dirò preoccupatissimo: "Ormai quest'anno è andata così, torneremo nel limbo". Essere del Toro comporta necessariamente anche una follia al limite della schizofrenia. Ma proprio perché siamo folli, il nostro amore è invincibile.
Un sereno Natale a tutti. Ci vediamo nel 2021, con nuovi capitoli e nuove riflessioni.
Sempre Forza Toro.
Tommaso Freni
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