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Si salvi chi può. "Il Granata Mezzo Vuoto" III (IV)

Toro Goal presenta "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto". Alessandro Iurino e Tommaso Freni vi accompagneranno nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da due prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Vuoto.

Tre partite, tre sconfitte. Zero punti e ultimo posto in solitaria, seppur con una partita in meno rispetto alle altre. Una situazione a dir poco drammatica, non tanto per i risultati, quanto per l'insostenibile sensazione che al Toro non sia cambiato nulla: i vecchi fantasmi sono ancora presenti e soprattutto non esiste una soluzione a breve termine per risolvere i problemi.

Proviamo a mettere ordine e ad analizzare con lucidità i principali problemi dello schieramento granata.


1. LE FASCE

Qui torniamo su un argomento già affrontato ampiamente nelle scorse puntate, e che purtroppo ha caratterizzato in negativo l'intera carriera di Giampaolo: il Toro soffre tremendamente i cambi di gioco e gli attacchi dalle fasce.

Nonostante anche oggi i due gol di Simeone siano arrivati da situazioni di questo tipo, non è stata presa alcuna contromisura, né tattica (con un cambio modulo) né tecnica (con una sostituzione). La squadra è troppo stretta, e anche i centrali si trovano in difficoltà a gestire un numero così elevato di traversoni.

Lo stesso allenatore ha già parlato diverse volte di questo problema, ma non pare affatto avere le idee chiare su come risolverlo. Probabilmente rimarrà un chiodo fisso per l'intera stagione granata e non va assolutamente sottovalutato: con questo problema il Toro rischierà di non avere mai la possibilità di mettere un risultato in ghiaccio, perché un semplice cambio di gioco può mandare in confusione l'intera retroguardia.


2. I CAMBI

Non mi riferisco solo ai cambi a gara in corso (ancora una volta inspiegabilmente tardivi), ma anche a quelli di formazione iniziale. Bremer è stato una delle pochissime note liete delle prime uscite granata, dimostrando anche maturità e sicurezza nelle giocate. Non vorrei rendere l'analisi odierna una critica eccessiva nei confronti dell'allenatore (che in ogni caso non ha la maggior parte delle responsabilità), però: per quale motivo ha giocato Lyanco? Un giocatore che doveva essere ceduto per sua espressa richiesta, che si è allenato da solo per gran parte del ritiro, che non ha messo minuti nelle gambe in nessuna amichevole: perché ha giocato titolare in una partita così delicata?

Perché, invece di Bremer, non è stato lasciato in panchina Meitè, mai in partita in nessuna delle tre partite giocate finora?

Perché Verdi in conferenza stampa viene sempre dipinto come giocatore importante e pienamente adatto al ruolo di trequartista, e poi non gioca mai titolare?

Le domande che mi faccio sono moltissime, ma anche su questo aspetto ritengo che nella testa di Giampaolo regni la confusione. Non è semplice lavorare con giocatori sciupati da una stagione fallimentare e poco adatti a un determinato sistema di gioco, ma allora, per chiudere questo punto, mi chiedo: perché ha firmato per il Toro?


3. LA FRAGILITÀ

Per la seconda volta consecutiva il Toro è subito passato con una rete di Capitan Belotti, ma al primo errore - con conseguente gol subito - è crollato drasticamente, non riuscendo più né a costruire né a difendere per l'intera durata della prima frazione.

Sempre Belotti, nel secondo tempo, è riuscito miracolosamente a pareggiare la partita con una prodezza, portando la squadra ad attaccare con più determinazione per buona parte del secondo tempo. Nulla di eccezionale, ma quantomeno una squadra che aveva ritrovato un minimo di lucidità e che provava a giocare.

Ecco però l'errore fatale, proprio da chi non te l'aspetti: Sirigu regala a Simeone il gol del 2-3 e il Toro torna nel panico, attaccando in maniera confusionaria e disperata. I pericoli creati sono pochissimi, eccezion fatta per la rovesciata di Belotti (ANCORA LUI!).

Il quadro è chiaro: se non fosse per il suo Leader eroico e mai rinunciatario, il Toro sarebbe a quota ZERO gol segnati.

Addirittura Sirigu, dopo tre anni interi privi di qualsiasi sbavatura, è arrivato a commettere un errore non da lui. Però, con umiltà, ha chiesto scusa e indubbiamente permetterà ai tifosi di dimenticare questo episodio.

Però, ciò che fa preoccupare è la consapevolezza che in una situazione così delicata qualsiasi giocatore sia in grado di sbagliare, anche se intoccabile o pieno di esperienza. Dati la scarsa autostima e dei risultati che continuano a non arrivare, la fragilità dei granata rischia di peggiorare ulteriormente. E le soluzioni scarseggiano.



Ebbene, fratelli granata, le sensazioni sono estremamente negative: ci aspetta un altro impegno proibitivo a Reggio Emilia, contro il Sassuolo, una delle squadre, insieme al Milan, che a partire dal post-lockdown ha avuto un rendimento in costante crescita. Forse una delle gare più difficili della stagione, a cui il Toro arriva nel peggior momento di forma possibile.


Alla prossima puntata, sperando di non dover analizzare un'imbarcata. Sempre Forza Toro.


Tommaso Freni

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