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Flessioni e riflessioni. "Il Granata Mezzo Vuoto" XXVII

Torna la rubrica "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto"! Tommaso Freni e Alessandro Iurino vi accompagneranno - a ruoli invertiti rispetto all'anno passato - nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Vuoto.



Un'altra brutta sconfitta per il Torino, un passo indietro rilevante rispetto al derby giocato con idee e orgoglio allo Stadium. La partita di ieri deve aprire a riflessioni circa il brutto febbraio vissuto dai granata.


ANCHE JURIC SBAGLIA

Non c'è dubbio: i 9 punti in più rispetto alla scorsa stagione sono in gran parte merito di Ivan Juric, che ha ridato identità e credibilità a una squadra che ha rischiato molto da vicino la retrocessione per due campionati consecutivi. È altrettanto indubbio, però, che ieri condivide più di qualche responsabilità con la sua squadra per quanto riguarda prestazione e sconfitta. L'impressione è che il mister abbia sbagliato già a partire dalla formazione titolare: la trequarti Pjaca-Brekalo (soprattutto con questo Pjaca, a dir poco amorfo) non funziona; Ansaldi non è più in grado di fare 90' d'intensità né di difendere contro un esterno di gamba come Bellanova; Vojvoda ormai si è affermato come esterno sinistro e infatti, tornato a destra, è sembrato totalmente spaesato. Oltre alla formazione titolare, l'allenatore croato è parso abbastanza in difficoltà anche nella gestione dei cambi: Lukic, in giornata no, poteva essere sostituito da Ricci qualche minuto prima; Pjaca, decisamente sottotono da inizio 2022, doveva lasciare il campo mentre Brekalo andava riportato nel suo ruolo naturale; infine, Ansaldi era da richiamare in panchina all'inizio del secondo tempo.

Mentre per quanto riguarda la formazione iniziale si può intravedere un'idea di come giocare la gara (esterni di qualità per mettere in difficoltà l'organizzata retroguardia avversaria), ciò non è possibile nei cambi.


SCARICHI

Il Toro è in flessione continua, non corre più come faceva prima dell'ultima sosta. Fisicamente da dominatori di ogni match si è diventati dominati. Mancano brillantezza fisica e mentale e trovare una spiegazione è parecchio difficile. A livello mentale, la squadra potrebbe essere incappata nel torpore tipico delle squadre che non sentono pressioni a livello di obiettivi, ma ciò è inaccettabile se si vogliono costruire le basi per le prossime stagioni: fino a maggio non bisogna rilassarsi. Vedremo se da qui a fine campionato cambierà qualcosa in questo senso o se si vedranno solo prestazioni sulla falsariga dell'ultimo mese.


P-FACTOR

Nel 2022 il Toro sta giocando senza estremo difensore. Questa conclusione non si riferisce unicamente agli errori oggettivi sui gol subiti (pure ieri il tiro di Deiola era tutt'altro che imparabile), ma anche alla totale assenza di sicurezza che Vanja infonde ai compagni di squadra che, da due mesi, giocano con una preoccupazione in più e per una squadra abituata ad avere un baricentro così alto non è il massimo. Anche lo stesso portiere serbo appare sempre meno convinto delle proprie capacità, tant'è che lo si sente sempre meno richiamare i compagni in occasione, per esempio, dei piazzati. Sarebbe da prendere fortemente in considerazione l'idea di un avvicendamento in porta.


Buona settimana, fratelli granata. Ci sentiamo lunedì, all'indomani della trasferta contro il Bologna di Mihajlovic. Forza Toro!


Alessandro Iurino



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