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Con merito. “Il Granata Mezzo Pieno” XIII

Torna la rubrica "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto"! Tommaso Freni e Alessandro Iurino vi accompagneranno - a ruoli invertiti rispetto all'anno passato - nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Pieno.

Dopo l'opaca prestazione di La Spezia, il Toro si rialza nel migliore dei modi, con una vittoria importante ma soprattutto, a mio parere, convincente. Si sta molto discutendo in queste ore su quanto il Toro abbia veramente meritato la vittoria, ma, nonostante sia stata la gara con più tiri subìti in stagione, ritengo che sia stato un successo giustissimo per la squadra di Juric. Andiamo con ordine.


1. I DUELLI

L'Udinese ha una squadra decisamente completa, in grado di abbinare fisicità, rapidità e qualità. Gotti per la gara contro il Toro, sapendo di doverla giocare sui duelli, si è schierato a specchio, con tanta fisicità in difesa, rapidità sulle fasce e qualità tra centrocampo e trequarti (addirittura Pereyra nel ruolo di interno a due). Nonostante questo, il Toro fin dai primi minuti ha dato l'impressione di mettere in maggiore difficoltà gli avversari sui duelli fisici. Pobega e Lukic hanno disputato un'ottima partita schermando qualsiasi iniziativa di Pereyra (che ha storicamente sempre messo in difficoltà il Toro: tre gol nei precedenti), Vojvoda ha fatto un lavoro eccezionale su Molina, i centrali difensivi (fino all'uscita di Djidji) non hanno fallito praticamente in nessun duello fisico o aereo. Al contrario, Belotti è stato incontenibile per Nuytinck, mentre Brekalo è risultato immarcabile per tutta la retroguardia friulana finché ha avuto energie. In generale, quindi, fino alla sostituzione di Djidji e al gol (eccezionale ma con la complicità di Milinkovic-Savic) di Forestieri, il Toro non è mai stato in affanno. Sono stati persi più palloni del solito, a causa della grande pressione avversaria, ma la difesa, fino al 77esimo, ha sempre chiuso gli spazi benissimo. Dopo il gol subìto, la lucidità è un po' mancata, e soprattutto Linetty e Zima hanno faticato troppo nei confronti con gli avversari. Ma la prestazione complessiva rimane migliore rispetto a quella dei bianconeri.


2. LA GESTIONE DOPO IL SECONDO GOL

Un finale di partita così sofferto per il Toro ha stupito soprattutto perché la squadra di Juric, dopo il gol di Bremer, non si è risparmiata. Anzi, ha controllato benissimo la partita, creando diverse occasioni con Pobega, Bremer, Belotti e Brekalo, ma è mancato il gol della sicurezza. Questo potrebbe essere in realtà un aspetto negativo per rimproverare il mancato sigillo sulla partita, ma è un bene che il Toro abbia sostanzialmente dominato il secondo tempo e che la sofferenza finale sia arrivata per un singolo episodio (una punizione da più di trenta metri). In altre stagioni, il Toro magari si sarebbe barricato dietro fin da subito, in preda all'ansia da risultato e venendo rimontato senza storia, ma invece ieri ha continuato a giocare. Tanti aspetti vanno ancora affinati, per evitare di rischiare troppo come successo negli ultimi quindici minuti, ma questa squadra si è letteralmente trasformata. Eccezionale lavoro di Juric.


3. DJIDJI

Le prove difensive di Buongiorno e Bremer sono state eccellenti, ma a spiccare ancora di più è stato certamente Koffi Djidji, autore di una prestazione maiuscola per 69 minuti, a soli due giorni di distanza dalla nuova operazione al naso. Il franco-ivoriano rappresenta probabilmente la più grande scommessa vinta da Ivan Juric in questo avvio di stagione: anche dopo due errori pesanti, tra Lazio e Venezia, l'allenatore ha sempre difeso Djidji, dandogli fiducia in tutte le gare post-Derby. Il difensore ha risposto benissimo, migliorando di settimana in settimana, oltre che nel rendimento, anche in un aspetto fondamentale della filosofia di Juric: la personalità. Djidji, contro l'Udinese, ha avviato ben tre ripartenze pericolose con degli anticipi perfetti, e in un paio di occasioni è arrivato a crossare dal fondo. Di chi sono i meriti? Ormai è sottinteso.


Ebbene, ora è il turno della trasferta a Roma, sponda giallorossa. Una gara delicatissima, contro una squadra in difficoltà che è riuscita a tornare a vincere solo grazie ai gol di un giocatore giovanissimo (e che in Primavera aveva già fatto male), Felix Afena-Gyan. Delicata, ma molto interessante. Non riesco a nascondere un'incontenibile curiosità di vedere il Toro di Juric alle prese con un nuovo esame.


Al prossimo capitolo. Sempre Forza Toro.


Tommaso Freni

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