Male. Il Granata Mezzo Vuoto XXIV
- Alessandro Iurino
- 7 feb 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Torna la rubrica "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto"! Tommaso Freni e Alessandro Iurino vi accompagneranno - a ruoli invertiti rispetto all'anno passato - nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Vuoto.

Un Toro brutto, irriconoscibile. Questo è il responso della Dacia Arena. Per 95' (con abbondanti meriti dell'avversario) i granata sono stati la brutta copia di se stessi, sovrastati dall'Udinese anche sull'intensità e il vigore, caratteristiche principali della squadra di Juric. Più che il risultato, infatti, a stupire è la prestazione: le gare No càpitano nel corso della stagione, ma vedere un Torino lontano dalla propria identità fa male. Facciamo qualche riflessione sugli aspetti negativi.
P-FACTOR
Lo si era timidamente accennato dopo Sampdoria-Torino, ne si è avuta conferma in occasione del gol di Raspadori prima della sosta, va ribadito oggi: il Toro sta sviluppando un preoccupante problema col suo estremo difensore. Può essere un semplice momento di appannamento, per un ruolo quale quello del portiere gli effetti sono più evidenti e pesanti che per altri. Fortunatamente questa stagione senza obiettivi diversi dal mettere le fondamenta per il Toro del futuro servirà a valutare anche il valore di ogni giocatore, le somme andranno tirate alla fine. Ciò che resta di ieri, però, sono errori gravi che oltre a condizionare il risultato generano dubbi leciti sulle qualità oggettive di Vanja Milinkovic-Savic. Solo a fine stagione potremo tirare le giuste somme, ma l'impressione è che al momento abbiano inciso più gli errori - banali - che le parate.
BREMERDIPENDENZA
Del Toro, un tempo, si diceva che fosse Gallodipendente: senza il suo capitano e numero 9, la squadra non riusciva a trovare soluzioni di gioco ed entrava in campo scoraggiata. Ora, grazie all'impalcatura tattica costruita da Juric, il Torino si è liberato del rapporto morboso che aveva con Belotti dal punto di vista del gioco e riesce a farsi valere anche senza di lui, ma in questa stagione sta emergendo una nuova dipendenza: la Bremerdipendenza. Quando manca il golem brasiliano, la squadra ha più timore a giocare alta e inevitabilmente risulta meno aggressiva del solito. Si è visto ieri a Udine, nonostante una buona prova di Buongiorno, il Toro non riusciva a difendere tenendo avanzato il proprio baricentro e ciò ha facilitato la prova dei friulani, che hanno giocato una grande partita a livello tattico. Se fino all'anno scorso c'era un Torino con Belotti e un Torino senza Belotti - va detto però che la sua assenza ha comunque un peso - adesso c'è un Torino con Bremer e un Torino senza Bremer.
Questo può diventare un problema specialmente in vista della prossima stagione, quando, verosimilmente, Bremer giocherà in un top club.
REPARTO CORTO
Un altro aspetto che è emerso ieri è che il reparto difensivo è a corto di uomini. Izzo non gioca più nemmeno in emergenza e Djidji è alle prese con un infortunio fastidioso al pube. Di fatto, ci sono quattro difensori centrali per tre posti e quando uno di questi è squalificato si rischia di dover schierare Lukic come braccetto di destra. Lo scippo juventino su Gatti si fa ancora più pesante con queste premesse.
Curiamoci le ferite e pensiamo alla prossima partita, fratelli granata. Il Venezia arriverà a Torino affamato di punti e con il coltello tra i denti, mentre noi non avremo a disposizione due giocatori fondamentali come Lukic e Mandragora. Buona settimana, Forza Toro!
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