Un inizio in salita. "Il Granata Mezzo Vuoto" I
- Tommaso Freni
- 25 set 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 30 set 2020
Toro Goal presenta "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto". Alessandro Iurino e Tommaso Freni vi accompagneranno nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da due prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Vuoto.

È stato un avvio di campionato decisamente in salita per il Toro. Una sconfitta arrivata negli ultimi minuti, ma soprattutto una gara in cui il Toro raramente ha dato l'impressione di poter vincere. Siamo solo all'inizio, Giampaolo avrà tempo di lavorare, ma ecco gli aspetti negativi del primo weekend granata.
1. STERILITÀ OFFENSIVA
Sei tiri totali, tre nello specchio, uno solo nel secondo tempo. Il Toro ha mostrato evidentissime difficoltà nell’arrivare in area di rigore. La coppia Zaza-Belotti, esattamente come l'anno scorso, non convince, e concretamente crea troppo poco per spaventare la Fiorentina. Né Berenguer né Verdi hanno inciso nel ruolo di trequartista, fondamentale per la creatività di manovra nel 4-3-1-2. Inoltre, il cinismo rimane una qualità estranea ai giocatori granata: proprio lo spagnolo di Pamplona spreca malamente un'occasione da gol, nell'unica vera azione costruita "alla Giampaolo" nel primo tempo.
L’impressione attuale è che difficilmente dal mercato arriverà un vero rifinitore da far giocare dietro le punte: le speranze sono tutte nella ripresa di Simone Verdi, su cui il tecnico di Bellinzona punta molto, nonostante i problemi fisici accusati fin da inizio ritiro. Un ruolo inedito per il 28enne ex Napoli, che dovrà cercare di riscattarsi in ogni modo dopo la deludente prima stagione. Giampaolo vincerà la sua scommessa?
2. LA PRESTAZIONE DI ZAZA
A nessuno fa piacere sottolineare le prestazioni deludenti di un singolo: le sconfitte sono sempre collettive e mai responsabilità di un unico giocatore. Però, parliamo di un caso particolare. Simone Zaza, fin dal suo approdo a Torino, non è mai riuscito a trovare continuità di rendimento, anzi, al contrario, si è presto trasformato in una costante negativa delle partite granata. E ciò che crea maggiormente preoccupazione è il fatto che l’attaccante lucano, salvo rarissimi casi, non abbia mai fatto mancare l’impegno. Però qualsiasi giocata, anche la più banale, il più delle volte non gli riesce.
Proprio a Firenze un suo gesto di generosità in fase di pressing (recupero palla con Fiorentina scoperta) l’ha portato a compiere uno degli errori più clamorosi da quando veste la maglia granata. Ha sprecato così l’unica vera opportunità del Toro nella seconda frazione di partita. È veramente complicato trovare un motivo alla parabola discendente che ha colpito Zaza dal suo addio al Valencia, ma pare che la cura Giampaolo, per ora, non abbia funzionato.
3. IL PLAYMAKER
Alla presentazione ufficiale di Marco Giampaolo, il Presidente Cairo annunciò che gli obiettivi principali del mercato granata sarebbero stati principalmente tre: un terzino destro, una mezzala e un playmaker. Benissimo: Vojvoda, Linetty e… Rincon. Al momento, dopo quasi quattro settimane di mercato, il Torino non ha ancora acquistato un profilo idoneo ad agire da regista nel sistema del tecnico ex Milan. Anzi, dopo aver lanciato Tomas Rincon nelle prime uscite amichevoli, pare che il playmaker non sia più una priorità (ma le dichiarazioni di mercato lasciano sempre il tempo che trovano).
Sta di fatto che nella prima giornata di campionato il Toro è sceso in campo senza l’elemento fondamentale del gioco di Giampaolo. Il venezuelano (peraltro in scadenza di contratto al prossimo giugno) ha provato con grande applicazione a calarsi nel ruolo, cercando di compensare i limiti tecnici con un contributo prezioso in fase difensiva. Ma nelle fasi di ripartenza e di costruzione, le lacune in personalità e visione di gioco hanno influenzato negativamente la sua prestazione e quella generale di tutta la squadra. La società deve sbrigarsi: i giocatori possono metterci volontà e impegno, ma quando mancano determinate capacità, i miglioramenti possono arrivare solo dal mercato, esclusivamente con profili importanti e affermati.
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