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Un mercato incompleto e deludente. "Il Granata Mezzo Vuoto" Speciale Calciomercato

Toro Goal presenta "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto". Alessandro Iurino e Tommaso Freni vi accompagneranno nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da due prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Vuoto.


Cari granata, oggi cogliamo l'occasione del rinvio di Genoa-Toro e della chiusura del Calciomercato per proporvi un episodio speciale della rubrica "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto". Invece di parlare di problemi e perplessità legati al campo - oggetto principale della rubrica - analizzeremo le lacune del Mercato granata. Non è stato semplice sintetizzare le preoccupazioni legate all'operato granata, ma ecco a voi i punti più importanti. Buona lettura.


1. LE (NON) CESSIONI

Non vuole assolutamente essere una giustificazione, anzi, dal mio punto di vista si tratta dell'aspetto più grave: è oggettivo che il Toro sia stato bloccato dalle mancate cessioni degli esuberi o di giocatori che l'anno scorso hanno deluso, manifestando anche la volontà di cambiare aria. Mi riferisco in particolare a Izzo e Lyanco, che per motivi e situazioni differenti, dopo diverse voci, sono a sorpresa rimasti in granata.

Nessuno dei due sembra destinato a trovare molto spazio nel sistema di Giampaolo (ma non sono esclusi colpi di scena per quanto riguarda il brasiliano, che per caratteristiche rappresenta un profilo graditissimo all'allenatore) ma, nonostante la loro volontà di cambiare aria, Cairo non ha mai abbassato le proprie richieste. Parola d'ordine: "Non svendo nessuno". Opinione condivisibile, ma che ha influito negativamente sul budget a disposizione di Vagnati per il mercato in entrata. Gli acquisti last minute di Bonazzoli e Gojak - dopo aver seguito a lungo profili decisamente più onerosi come Joao Pedro - in prestito con obbligo di riscatto (ma solo al verificarsi di determinate condizioni) sono la dimostrazione di come il Toro abbia avuto a disposizione poca liquidità per spendere subito e investire su giocatori importanti.

Un ulteriore problema è rappresentato dal possibile scontento di Izzo e Lyanco, che potrebbero influire negativamente sull'atmosfera dello spogliatoio e soprattutto essere poco concentrati nelle occasioni in cui verranno chiamati in causa. Parliamo ovviamente di giocatori professionisti, ma queste situazioni sono sempre molto delicate e difficili da gestire (vedasi caso N'Koulou dello scorso anno).

Infine, è doveroso citare le inspiegabili permanenze di Ferigra e Singo, che verosimilmente non troveranno mai spazio, ed Edera, definito da Giampaolo stesso "fuori dal progetto". L'unico aspetto positivo è che nessuno di questi tre calciatori occupa slot nella rosa granata: i primi due sono U22, il terzo è cresciuto nel vivaio granata.


2. LE TEMPISTICHE DEGLI ACQUISTI

Dopo il rendimento deludente di Simone Verdi, arrivato a tre minuti dal gong della scorsa sessione estiva, il Toro pare non aver imparato nulla. Specialmente quando si acquistano giocatori giovani o poco compatibili con il sistema dell'allenatore, è necessario concedere tempo ai nuovi tesserati per l'ambientamento e l'inserimento nella squadra, senza caricarli di eccessive pressioni.

Ma invece il Torino l'ha rifatto: l'attaccante (definito "La priorità" in diverse interviste da Giampaolo e Vagnati) è arrivato l'ultimo giorno di mercato; allo stesso modo, il sostituto di Berenguer (la cui cessione è stata definita il 2 ottobre) è stato tesserato a SETTE minuti dalla fine del Calciomercato. Entrambi i profili, Bonazzoli e Gojak, sono giovani, ma arrivano in una piazza che li caricherà subito di grandi aspettative, trattandosi di due ruoli cruciali del modulo di Giampaolo. Sapranno ripagarle? È ovvio che Cairo, Vagnati, Giampaolo e tutti i tifosi si augurino di sì, ma non sarà semplice per i classe '97 avere un impatto immediatamente decisivo.

Quindi mi chiedo: era proprio obbligatorio sprecare tempo a tentare di accontentare le richieste di Ramirez, giocatore trentenne e mai di rendimento continuo nel corso della sua carriera, per poi buttarsi di corsa su un giovane prospetto bosniaco? Era così impensabile puntare, fin da subito e con decisione, un profilo già noto a Vagnati (che lo acquistò alla Spal) e in rampa di lancio nel nostro campionato come Bonazzoli? Sono tante le domande che mi pongo riguardo le logiche e le tempistiche del mercato granata, ma preferisco fermarmi qui. Ai posteri l'ardua sentenza sul rendimento dei nuovi acquisti.


3. IL PLAYMAKER

27 agosto 2020, Cairo ai microfoni di La Stampa: "Stiamo lavorando all'acquisto di un playmaker, magari giovane". Segue a ruota il Direttore Vagnati il giorno seguente, alla presentazione di Linetty e Vojvoda: "Siamo alla ricerca di un regista, non abbiamo scadenze ma puntiamo a trovare i presupposti per farlo entro l'inizio del campionato. Vera è un profilo attenzionato e potrebbe fare al caso nostro, Torreira è un giocatore importante ma in questo momento difficile economicamente".

Oggi è il 6 ottobre, il mercato si è chiuso ieri sera e il nuovo regista del Toro è... Tomás Rincón, freschissimo di rinnovo fino al 2022.

Nonostante la grande stima nutrita nei confronti del venezuelano, è per me difficile commentare uno scenario del genere. Un presidente e un'intera direzione tecnica dichiarano apertamente la priorità del mercato, e poi? Cambia completamente i piani e si affida a un mediano trentaduenne (che raramente ha svolto quel compito in carriera) inizialmente destinato ad essere venduto, in quanto in scadenza di contratto e fuori dal progetto.

La riserva del vinotinto sarà Jacopo Segre, che, dopo anni di prestiti, riuscirà finalmente a ritagliarsi il proprio spazio in Prima Squadra, avendo fatto colpo su Mister Giampaolo per l'impegno e l'applicazione mostrati.

Al di là delle discussioni tecniche riguardo le abilità da regista di Rincón e Segre, è normale che un club cambi in modo così drastico e improvviso le proprie strategie di mercato, dopo averle esplicitate in molteplici occasioni? Ciò che è successo ha messo in luce la probabile mancanza di una vera programmazione nella società granata, peraltro proprio all'inizio di un nuovo ciclo, con allenatore e filosofie in totale contrapposizione rispetto agli ultimi anni di conduzione tecnica.



Ebbene, fratelli granata, le preoccupazioni sono molte e soprattutto complesse da vincere, ma ci tengo a sottolineare che essere autore del Mezzo Vuoto non implica obbligatoriamente l'essere pessimisti. Le perplessità rimangono, ma è immutata anche la fiducia in Giampaolo. Difficile dire a quali risultati possa ambire questo Torino, ma non spetta a me dirlo: il mio compito è analizzare determinati aspetti e lasciare il giudizio ai lettori.


Alla prossima puntata. Sempre Forza Toro.


Tommaso Freni

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