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Zero disfattismo. “Il Granata Mezzo Pieno” Derby

Torna la rubrica "Granata Mezzo Pieno/Mezzo Vuoto"! Tommaso Freni e Alessandro Iurino vi accompagneranno - a ruoli invertiti rispetto all'anno passato - nella stagione granata con una doppia analisi settimanale, da prospettive sostanzialmente opposte: il Mezzo Pieno illustrerà gli aspetti positivi del weekend granata, al contrario il Mezzo Vuoto porrà l'accento su quelli che destano perplessità e preoccupazione. L'intento della rubrica è dare a ogni tifoso granata gli strumenti ideali per formare una propria opinione sulla situazione del Toro, sottolineando i punti cruciali da una parte e dall'altra. Ecco a voi il Mezzo Pieno.

Il Destino ha voluto che questa rubrica tornasse proprio in concomitanza con due gare che hanno un po' deluso le aspettative di alcuni tifosi granata. È stato l'ennesimo Derby perso negli ultimi minuti, ma ci sono stati diversi aspetti della partita che possono soltanto dare grande fiducia per il futuro. Andiamo con ordine.


1. LA SUPREMAZIA NEL PRIMO TEMPO

Nonostante un inizio di partita complicato, con i giocatori che faticavano a prendere le misure, dopo pochi minuti il Toro è venuto fuori alla grande, mantenendo il possesso e chiudendo la Juve nella sua metà campo per larga parte del primo tempo. Si è concretizzato molto poco, a causa della mancanza di un vero trequartista tecnico (Praet), ma a livello collettivo gli uomini di Juric sono stati attenti, concentrati, reattivi. Un ottimo atteggiamento, un'identità molto forte dopo appena 7 giornate. Con il ritorno di giocatori importantissimi dopo la sosta, quali Praet, Pjaca, Belotti, e anche Zaza, si potrà soltanto migliorare.


2. LA FIDUCIA DELL'AMBIENTE

Anche dopo il vantaggio bianconero e il fischio finale, i tifosi granata non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno. La squadra si è presa il giusto abbraccio del proprio pubblico anche dopo una sconfitta così dolorosa e piena di rimpianti, per via delle assenze. Juric, proprio in conferenza pre-Derby, aveva detto di aver percepito un'aria molto positiva fin dai primi cinque minuti giocati contro l'Atalanta. E così è. È un vero peccato che l'Olimpico Grande Torino non sia stato incantato da una coreografia granata, ma, in generale, il clima che si respira è totalmente differente dalle scorse annate. È fondamentale continuare a mantere questa fiducia nei confronti del gruppo e dell'allenatore.


3. VANJA MILINKOVIC-SAVIC

Prima di essere frainteso, una doverosa premessa: non si tratta di un giudizio definitivo, ma di un'analisi del rendimento in queste prime 7 partite di campionato. È oggettivo che Vanja stia sorprendendo anche i più scettici (tra cui me). Al di là di qualche leggerezza (o eccesso di fiducia) in fase di rinvio, le prestazioni tra i pali sono quasi sempre state sufficienti, se non addirittura discrete. Il serbo sta acquisendo confidenza con il reparto e ha chiaramente compiuto delle parate che fino all'anno scorso non avrebbe mai fatto. L'azzardo di Juric, per ora, sta pagando. Come già detto, non bisogna lanciarsi in giudizi affrettati. A Milinkovic-Savic è sempre mancata la continuità, non solo di rendimento, ma proprio a livello di presenze, anche in prestito. Servirà quantomeno un girone per giudicarlo davvero, ma l'inizio è senza dubbio sorprendente.


Ebbene, ora è tempo di pausa Nazionali. Un'altra buona notizia è che Belotti e Praet resteranno a Torino per recuperare al meglio e provare a esserci già a Napoli. In generale, come ha detto Juric, l'aspetto da migliorare maggiormente è la gestione degli infortunati: con la rosa al completo, questo Toro potrà finalmente recuperare i punti persi in queste prime 7 gare di Serie A.


Al prossimo capitolo. Sempre Forza Toro.


Tommaso Freni

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